
La poesia è un’arte del silenzio, un luogo dove le emozioni trovano spazio senza il frastuono della parola parlata. Come affermava Gilles Deleuze, in una celebre intervista, la cultura contemporanea può risultare odiosa perché troppo spesso è un continuo parlare, senza ascolto. La parola scritta, invece, è pulita, silenziosa, precisa, capace di vibrare nell’anima senza invadere. E lo sa bene Fabrizio Minerba, poeta cagliaritano che ho avuto il piacere di conoscere durante alcuni eventi letterari. Un ragazzo sensibile e forte, proprio come le emozioni che traspaiono dai suoi versi.
Abbiamo avuto l’opportunità di parlare con lui della sua silloge Il silenzio delle note, esplorando la genesi delle sue poesie e la profondità del suo mondo interiore.
Per cominciare, puoi presentarti ai nostri lettori? Come ti chiami, quanti anni hai, che lavoro fai e dove abiti?
Buongiorno a tutti e a tutte. Mi chiamo Fabrizio Minerba, ho 46 anni, e vivo a Cagliari. Sempre a Cagliari, dal 2009, lavoro in qualità di bibliotecario presso l’università.
Che cosa ti ha ispirato nella scrittura della silloge Il silenzio delle note? C’è un evento, un’emozione o un ricordo particolare che ha dato il via alle poesie?
Ho iniziato a comporre le mie prime poesie durante un corso di scrittura che ancora oggi frequento presso l’Accademia d’Arte di Cagliari. Le prime poesie, in particolar modo, sono state la trasposizione in versi delle emozioni evocate attraverso l’ascolto di musica lirica (in quell’occasione l’Allegro di Bach) e l’osservazione di determinate immagini (disegni fatti in classe e fotografie). Ci sono immagini e suoni che fanno riaffiorare ricordi e momenti della mia vita che, trasportati in versi, restano impressi nella mia mente e nel mio cuore.
Il titolo Il silenzio delle note è molto evocativo. Come si collega al contenuto della raccolta? Perché hai scelto questo titolo?
Il silenzio delle note rappresenta le mie più profonde emozioni emerse da un’introspezione: un quadro variopinto della mia anima. Le note sono i sentimenti che si svelano e rivelano la vera natura dell’autore mettendolo a nudo, in maniera inconscia o del tutto consapevole. Ogni emozione che prova il nostro cuore ha un colore, un suono che dà vita alla nostra esistenza e, attraverso la poesia, si affiora ogni sfumatura del sentimento vero che prova l’autore. La bellezza della poesia sta nel permettere all’autore di farsi conoscere senza filtri, in quanto sono veri e propri flussi di coscienza che danno messaggi e informazioni di sé senza neanche rendersene conto. Questo è il silenzio delle note: l’emozione che fa sentire la sua voce.
Nelle tue poesie, il silenzio sembra avere un ruolo simbolico. Come si intreccia questo elemento nel tuo lavoro poetico? Quando scrivi di solito: di giorno o di notte?
Il silenzio è il momento di massima meditazione. Sono attimi di vita in cui ciascuno si ferma, fa un ascolto più profondo della propria persona, comprende i propri valori. È anche un silenzio che si vuole rompere, volendo far conoscere l’emozione che prova l’autore e che solamente attraverso i versi riesce ad esternare senza alcun velo. Mi capita di comporre dei versi liberi nel corso della giornata, ma anche durante la sera senza preciso orario: annoto subito ciò che provo in quel determinato momento. Nella silloge ho voluto dar spazio all’emozione che non sono mai riuscito a manifestare, finora rimasta nascosta.
Quale poesia della silloge consideri centrale o più rappresentativa del tuo mondo interiore, e perché?
Tutte le poesie rappresentano momenti importanti della mia vita e del mio stato d’animo, ma ci sono due poesie emblematiche del mio mondo interiore: Ovunque Cercami e Lo Spirito Libero. In Ovunque Cercami c’è un cambiamento interiore, alla riscoperta della propria persona, volto anche alla ricerca di ciò che ti mancava per un pieno completamento. In Lo Spirito Libero c’è l’io interiore che apertamente si svela, perché non riesce a nascondere le proprie emozioni. Filtri che permettono di riconoscere cosa sente l’anima di una persona sono proprio gli occhi.
Come descriveresti il tuo stile poetico a chi non ha ancora letto la silloge? Ci sono autori o correnti letterarie che ti hanno influenzato?
Penso di avere uno stile poetico abbastanza libero, espongo i miei sentimenti in versi senza alcun artificio e in questo mi sono riconosciuto nello stile poetico di Alda Merini e nella sensibilità di Emily Dickinson.
Molte poesie nascono dall’osservazione della vita quotidiana. Quanto c’è di autobiografico nei tuoi versi?
Nelle mie poesie si ripercorrono emozioni provate da esperienze vissute, momenti positivi e negativi della mia vita che hanno avuto un impatto significativo e che, in qualche modo, hanno influenzato il mio mondo interiore. Esperienze che hanno lasciato un segno permettendomi di vedere le cose in maniera differente e di affrontare determinate situazioni con coraggio e determinazione.
Il lettore spesso cerca un messaggio o un insegnamento nelle poesie. Qual è, secondo te, il messaggio o l’insegnamento da destinare ai lettori?
Non aver timore di rivelare il sentimento che realmente si prova, ma avere il coraggio di abbattere muri contro la vergogna che ci tiene nascosti, e superare il pregiudizio delle persone che sono attorno a noi.
Da poeta, qual è il tuo sogno nel cassetto?
Il sogno che io custodisco nel mio cassetto è quello di poter continuare a scrivere sillogi di poesie e di riuscire a trasmettere emozioni a quanti leggeranno i miei versi. Per la caratteristica che mi contraddistingue, non nascondo che mi piacerebbe anche scrivere romanzi introspettivi, che mi rappresentino. Continuare a scrivere e a emozionare, sempre.
In un’epoca in cui la cultura sembra dominata dal rumore incessante del parlare, i versi scritti diventano un rifugio, un luogo dove le emozioni possono respirare senza fretta. La poesia è allora l’eco di ciò che siamo, l’impronta del nostro vissuto, la voce dell’anima che si svela senza clamore, in maniera autentica e pura. Il sole dentro, per citare Minerba: il battito stesso del cuore.
Ovunque cercami
Cercami.
Tra viali a te sconosciuti,
che portano in terre lontane.
Là dove non sei mai stato,
anche se ti sembra impervio.
Cercami
nelle profondità degli abissi del mare.
Là,
dove perdi il senso di ogni orientamento,
non conosci più il tempo,
e il mondo lo vedi capovolto.
Anche quando ti sembra di avermi perso,
e ti senti completamente smarrito
dentro, in fondo al cuore
cercami.
Là,
dove tutto è diverso,
ci sono Io
a iniziare un nuovo cammino.
Un giorno mi troverai,
e insieme staremo per sempre,
come lo siamo anche adesso
col solo pensiero
che ci unisce.
tratta da Il silenzio delle note, Amico Libro, Capoterra, 2024.
