Ghali, la musica come esempio di resilienza


«Se non lascio futuro, sono passato per niente». Con queste parole il cantautore italiano Ghali apre il testo della sua Panico, dimostrando che con poche parole si può fare una magia: comunicare messaggi forti. E Ghali, in questo, è il David Copperfield della situazione.

Niente bacchetta, ma penna in mano per scrivere canzoni che, senza rinunciare al sound accattivante, sanno a tratti di poesia. 

Ghali Amdouni, di origine tunisine, è nato a Milano e ha vissuto nel quartiere periferico di Baggio. Ristrettezze economiche, degrado e criminalità hanno fatto da cornice alla sua infanzia e adolescenza. Eppure è riuscito a fare della musica la sua ancora di salvezza che gli ha evitato di sprofondare inesorabilmente nell’abisso. 

Dopo il 2011, anno di fondazione del gruppo Troupe d’Elite, era stato contattato dal rapper Guè prima e da Fedez poi. Un hip hop definito dalla critica «al limite del demenziale» e da cui il suo stile si è distaccato intervallato da Ninna nanna (2016), primo grande successo da solista, Pizza kebab (2017), Cara Italia (2018), I love you (2019), Good times (2020), Wallah (2021), Fortuna (2022). 

Nel 2024 Ghali ha aperto l’anno con la partecipazione al 74esimo Festival di Sanremo portando il brano Casa mia e l’ha chiuso con il singolo Niente panico (disco d’oro) e con un risultato inaspettato: è stato l’artista più ascoltato dalle radio italiane nell’arco dell’intero 2024.

Ghali si è dimostrato sempre molto attivo per la difesa dei diritti dei migranti donando, nel 2022, un gommone veloce di soccorso dal nome Bayna (che significa “vederci chiaro”) all’organizzazione umanitaria Mediterranea Saving Humans. 

Durante il Festival della canzone italiana si è pubblicamente schierato contro gli orrori di Gaza e i bombardamenti sui civili nella Striscia a opera delle forze armate israeliane: «Ma come fate a dire, che qui è tutto normale? Per tracciare un confine con linee immaginarie bombardate un ospedale, per un pezzo di terra o per un pezzo di pane, non c’è mai pace», recita nella sua Casa mia.

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È grande l’affetto che Ghali spesso esterna per la sua nazione natia, seppur nel contempo si percepisca nelle sue parole una necessità di cambiamento: «Seconda mamma, sei la mia seconda mamma, non c’è figlio che non sbaglia, no, tu sogni l’America io l’Italia, la nuova Italia» (Bayna). 

Non da meno la forza di volontà che, con una scelta di stile tutta sua, parla di coraggio nonostante le difficoltà della vita: «Come stai? (Sto) Non può andare meglio, yeah, anche se questi mi augurano il peggio, yeah yeah, ho i sogni che mi tengono sveglio, yeah, mamma mi diceva: ti mando al collegio, yeah yeah» (Zingarello). 

Insomma, ascoltarlo non è solo un piacere ma anche una speranza per una società più inclusiva e tollerante.

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