Il Nodo Energetico

E se la vera sfida non fosse quale energia usare, ma chi decide come produrla e per chi?

L’ingegnere osservava il tramonto dalla finestra del suo ufficio. Il cielo si tingeva di rosso e arancio, mentre la città cominciava ad accendersi. Ogni luce rifletteva le contraddizioni del sistema energetico che avrebbe affrontato l’indomani, durante l’ennesima conferenza sulla transizione1.

“Nucleare o rinnovabili?” La domanda tornava ciclica, ma la risposta non era mai semplice. La fissione2 era potente e collaudata, con emissioni ridotte, ma lasciava dietro di sé scorie radioattive e impianti difficili da smantellare. Promesse di maggiore sicurezza con la quarta generazione non cancellavano il peso dell’eredità che avrebbe lasciato.

La fusione3, invece, sembrava il sogno perfetto: inesauribile, priva di rifiuti pericolosi, potenzialmente in grado di rivoluzionare tutto. Ma restava confinata nei laboratori.

ITER4, il colossale reattore sperimentale in costruzione nel sud della Francia, rappresentava una speranza concreta ma ancora lontana. Anni, forse decenni, la separavano da un’applicazione reale su larga scala.

Nel frattempo, le rinnovabili avevano preso slancio. Pannelli fotovoltaici e impianti eolici si moltiplicavano, i costi calavano e la produzione aumentava. In Europa, coprivano oltre un terzo della domanda elettrica. Ma restava il limite strutturale dell’intermittenza. Il sole, infatti, tramonta e il vento si ferma. Senza adeguati sistemi di accumulo e reti flessibili in grado di bilanciare questi aspetti, l’affidabilità complessiva rimaneva una sfida.

Eppure, la vera svolta non sembrava tecnica. “L’energia è indispensabile, e come tale, una questione politica prima ancora che tecnologica”, rifletté. Pensò alla sua terra, dove grandi impianti “green” venivano calati dall’alto in nome della sostenibilità, ma lasciavano alle comunità solo marginalità e dipendenza. La transizione c’era, ma era per pochi.

Fu in quel momento che comprese davvero il nodo: non era una corsa alla “fonte giusta”, ma un ripensamento del modello stesso. L’alternativa era un sistema distribuito, dove la produzione fosse diffusa, accessibile e controllata localmente. Non una rete dominata da pochi attori, ma milioni di piccoli generatori, tetti solari, cooperative, comunità energetiche capaci di produrre, scambiare e gestire in autonomia.

Ogni trasformazione inizia da un cambio di visione. Alla conferenza, avrebbe parlato anche di isotopi e accumulo, certo, ma il cuore del suo intervento sarebbe stato un altro: giustizia, partecipazione, diritto all’energia come bene comune.

La città sotto di lui brillava ormai come un reticolo di vene luminose nel buio. Ogni luce un bisogno. Ogni ombra, una domanda ancora sospesa. Il futuro non dipendeva solo da nuove tecnologie, ma da nuove scelte.

La sfida vera cominciava ora.

Note:

  1. La transizione energetica è il processo di trasformazione del sistema energetico, che punta a ridurre l’uso di fonti fossili e aumentare l’uso di energie rinnovabili, migliorando l’efficienza energetica e riducendo le emissioni di gas serra, per garantire un futuro sostenibile e a basse emissioni di carbonio. ↩︎
  2. La fissione nucleare è il processo in cui un atomo di un elemento pesante, come l’uranio, si divide in due atomi più leggeri, liberando una grande quantità di energia. Questo processo avviene quando il nucleo dell’atomo viene colpito da un neutrone, provocando la sua rottura. L’energia liberata viene sfruttata per produrre elettricità nelle centrali nucleari. Tuttavia, la fissione produce anche scorie radioattive, che devono essere gestite con attenzione. ↩︎
  3. La fusione nucleare è il processo in cui due nuclei leggeri, come quelli di isotopi dell’idrogeno (deuterio e trizio), si combinano per formare un nucleo più pesante, liberando una enorme quantità di energia. Questo è lo stesso processo che avviene nel sole e nelle stelle. La fusione nucleare potrebbe offrire una fonte di energia praticamente inesauribile e priva di scorie pericolose, ma al momento non è ancora stata realizzata in modo stabile e controllato per la produzione di energia a livello commerciale. ↩︎
  4. ITER (acronimo di International Thermonuclear Experimental Reactor) è il più grande progetto al mondo per la fusione nucleare in ambito sperimentale. È un gigantesco reattore in costruzione a Cadarache, nel sud della Francia, e coinvolge una collaborazione internazionale tra Europa, Stati Uniti, Russia, Cina, India, Giappone e Corea del Sud. ↩︎